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La Luce Negli Occhi

Viaggio nell'anima attraverso la Sacra Scrittura
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XXVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C – 05 ottobre 2025

“La fede salverà la nostra vita”


 

(Ab 1,2-3; 2, 2-4Sal 95 - 2Tm 1,6-8.13-14Lc 17, 5-10)

 

         «Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione?» (Ab 1, 3).

       Si ritiene che il profeta Abacuc abbia scritto il suo libro profetico tra il VII e il VI secolo a.C., durante un periodo di transizione tra l'Impero Assiro e quello Babilonese. La domanda elevata a Dio, come lamento verso l’empietà che domina, è attuale sebbene scritta più di 2000 anni fa, proprio perché l’umanità è sempre la stessa: passano i secoli, crescono le conoscenze scientifiche e mediche, si vive in condizioni di agio sempre maggiore, eppure la meschinità, l’empietà, la cattiveria, l’egoismo, l’odio restano presenti nel cuore dell’umanità.

       Oggi questa domanda viene portata a giustificazione della scelta di non credere nella esistenza di Dio. Di fronte al male a cui assistiamo ogni giorno; alle malattie che sembrano colpire più i buoni e i bambini; di fronte a tanta povertà e sfruttamento, perché Dio resta indifferente?

       Il profeta Abacuc riporta la risposta di Dio, che indica ciò che accadrà sebbene sembra tardare:

«Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede» (Ab 2, 4).

       La risposta di Dio non indica il suo intervento sulle sorti dell’umanità nel “qui ed ora” perché l’umanità è libera di agire, ma la sua sorte sarà in base alle sue scelte.

       Chi decide per la propria vita di avere un animo retto, guidato dalla fede, se anche non avrà tutto secondo la logica del mondo, riceverà la sua ricompensa per la vita eterna.

       La prospettiva per il cristiano, verso cui orientare la propria vita, resta sempre la “vita in Dio”.

       La fede salverà la nostra vita!

       Cosa vuol dire avere fede? Basta credere nella esistenza di Dio? Certamente no! Avere fede significa affidarsi a Dio, abbandonarsi al suo Amore, seguire i suoi insegnamenti, vivere secondo la sua Parola.

       I discepoli chiedono a Gesù: «Accresci in noi la fede!» (Lc 17, 6). Una richiesta lecita, sapendo quanto fragile sia ciascuno di noi.

       La risposta di Gesù però spiazza ognuno di noi. La misura della fede non è la quantità, ma la qualità! Infatti, pone come misura il seme più piccolo che esista: seme di senape!

       «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sràdicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe» (Lc 17, 6).

       Gesù spiega la qualità della fede in cosa consiste usando il paragone del “servo”. La fede è operare secondo la volontà di Dio e Gesù stesso ci ha insegnato a pregare chiedendo che “sia fatta la sua volontà”. Lui stesso, nell’ora più difficile, nel Orto del Getsemani prega dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22, 42).

         Gesù è il Servo obbediente! Noi siamo chiamati a vivere il nostro “servizio nell’Amore” a Dio e ai fratelli.

       Siamo chiamati a operare in obbedienza alla volontà di Dio, che significa agire secondo la sua Parola; a discernere con prudenza per operare secondo la volontà di Dio.

       “Servire nell’Amore” vuole dire fare tutto con gioia, nella carità, con umiltà e mansuetudine e, dopo aver fatto tutto dire: «abbiamo fatto ciò che dovevamo in piena libertà di cuore e di volontà».

       Infatti il termine usato da Luca, “servi inutili” (Lc 17, 10), non ha una accezione negativa. Il termine greco χρεος (achreios) significa letteralmente “privo di utile”, “di necessità economica”, quindi l’aggettivo usato esprime “la libertà e la dignità di chi ha scelto di mettersi a servizio senza alcun tornaconto, ma nella gioia di farlo per scelta di amore”.

       Questa è la fede! Scegliere in libertà di amare e servire Dio nell’amore e nella gioia. Questa è la fede che ci salva e ci fa agire e perseverare nel bene anche di fronte a tanto male che ci circonda e spesso sembra essere più forte.

       Chiediamo con fede a Dio di sostenere con la sua Grazia il nostro cammino di fede facendo nostre la parole della preghiera di Colletta di questa domenica:

O Dio, che soccorri prontamente i tuoi figli e non tolleri l'oppressione e la violenza, rinvigorisci la nostra fede, affinché non ci stanchiamo di operare in questo mondo, nella certezza che la nostra ricompensa è la gioia di essere tuoi servi. Amen!


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