Quinta Domenica di Pasqua (Anno B) – 2024
“Rimanere in Cristo”
(At 9,26-31 - Sal 21 - 1Gv 3,18-24 - Gv 15,1-8)
«Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me» (Gv 15, 4).
Rimanere in Cristo! È l’impegno fondamentale del credente per vivere da veri cristiani e portare frutti di carità nella verità.
Se l’identità del cristiano è quella di essere “figlio di Dio nel Figlio”, l’impegno che ne deriva è quello di vivere, crescere e radicarsi in Cristo, in un ascolto attento e meditato della sua Parola.
Il Cristo presenta la vita cristiana con la similitudine della Vite e dei Tralci. Egli si paragona alla “vite vera” e, chi decide di seguirlo, è paragonato al “tralcio”. Può sembrare svantaggioso e riduttivo per il credente il ruolo del tralcio, invece gli è affidato un ruolo di grande responsabilità, perché il tralcio è la parte della vite che di fatto porta frutti e di qualità.
La responsabilità del credente è, dunque, molto alta. Al credente è affidato il compito grande di donare al mondo i frutti generati dalla fede per il dono dello Spirito Santo: «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5, 22).
Il cristiano ha la responsabilità di far conoscere Cristo attraverso la sua vita nello Spirito Santo, donato nel Battesimo.
L’unico modo per compiere questo mandato, questa vocazione nella fede, è “Restare in Cristo”, cioè lasciare che Cristo sia la “misura” di ogni cosa e la “fonte” di ogni pensiero, gesto e parola.
Cristo misura di ogni cosa: il cristiano deve discernere ogni cosa a partire dall’insegnamento di Cristo e, di conseguenza, scegliere solo ciò che genera il Bene ed edifica nell’Amore e nella Verità. La vita, nelle sue varie situazioni, che si delineano nella quotidianità, diventa il luogo della Grazia da vivere e testimoniare per la edificazione di una società dell’Amore. Il cristiano, così, è per mondo “sale e luce”, perché offre la saggezza, che gli è donata dalla Parola di Dio per valutare e scegliere ogni cosa, e la capacità di illuminare la quotidianità con l’Amore di Dio.
Cristo fonte di ogni pensiero, gesto e parola: rimanere in Cristo significa, dunque, che la vita del cristiano è rinnovata nel dono dello Spirito Santo a tal punto che, come afferma San Paolo, nella Lettera ai Galati, «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2, 20). Cristo diventa la fonte di ogni cosa e tutto del cristiano è rigenerato da Lui. Il cristiano vive pienamente la sua vita, ma in ogni cosa non cerca più il proprio compiacimento, ma quello di Cristo.
Rimanere in Cristo è vive di Lui, operare in Lui, donare Lui. San Paolo esprime questa verità dell’appartenere a Cristo nella pericope della Lettera ai Filippesi (4, 1-23) e che si può riassumere nella frase: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (v. 13).
La vita cristiana è un rinnovamento radicale di sé stessi per vivere nella Grazia dello Spirito Santo, nella comunione di fede e nella testimonianza del Vangelo. Per questo è un cammino che impegna nella totalità dell’essere e del vivere e non si può ridurre a “tradizioni popolari”, a “ritualità di culto” e a “sporadici momenti” da dedicare a Dio. Il cammino di fede cristiana è vita quotidiana, nelle sue più svariate e complesse vicende, in cui “essere” di Cristo, “agire” come Cristo, “donare” l’Amore di Cristo al prossimo.
Scegliamo di “rimanere in Cristo” per essere pienamente umani e parte viva di questa società, senza paure e riserve, ma nella totalità e nella gioia di appartenere a Dio Padre in Cristo Gesù.