Quarta Domenica di Pasqua (Anno B) - 2024
“Ascoltatori attenti del Cristo Buon Pastore”
(At 4,8-12 - Sal 117 - 1Gv 3,1-2 -Gv 10,11-18)
Negli ultimi giorni si discute molto sulla “dignità umana”. La Congregazione della Dottrina della Fede ha pubblicato, il 02 aprile 2024, l’ultima Dichiarazione “Dignitas infinita”, per riflettere appunto sulla dignità umana e sulle varie discussioni attuali.
In questa Quarta Domenica di Pasqua la Liturgia ci invita a riflettere sulla “dignità di figli di Dio” che i credenti ricevono in dono per la fede che vivono.
«Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» (1Gv 3,1).
La dignità del cristiano è quella di figlio nel Figlio, non quella di “sottomesso”, di “schiavo”, di “essere inferiore”. La dignità del cristiano credente è elevata alla dignità di figlio di Dio; posto nella condizione di poter rapportarsi al Padre con tutti i privilegi di figlio, per cui non è estraneo, escluso dalla Grazia, ma pienamente inserito nella vita in Dio.
Questa condizione di “figli nel Figlio” è dono gratuito dell’Amore di Dio, ma chiede una piena adesione a Dio. Il cristiano deve vivere l’ascolto attento e fedele al Cristo, Buon Pastore: «Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore» (Gv 10, 16).
Da qui la corretta comprensione della fede cristiana, che non è “credenza”, “religiosità”, ma “sequela” e “ascolto”. Il cristiano non crede in una idea, in una filosofia di vita, ma in una Persona, Gesù il Cristo, Figlio di Dio.
La fede in Cristo comporta, dunque, non vivere una serie di pratiche, ma trasformare la propria esistenza per aderire all’insegnamento di Cristo. Si tratta di una trasformazione radicale, perché richiede un cambiamento di “baricentro”: dall’Io a Cristo!
Si tratta di vivere una relazione profonda con Cristo, una conoscenza approfondita di Lui e del suo Insegnamento, che comporta un cambiamento radicale di mentalità e di prospettiva. Tutto diventa secondario a Cristo e tutto deriva da Lui, per cui la libertà del credente è una libertà piena, ma derivante dall’Amore di Dio e dalla adesione consapevole e matura a Lui.
Di conseguenza, non si è meno umani, meno liberi, meno protagonisti della propria esistenza, ma la propria identità, la propria dignità e la propria libertà sono rilette a partire da Cristo, perché si riconosce che in Lui la vita umana trova la sua più alta e completa espressione.
La libertà umana, a partire da Cristo, diventa piena perché non chiusa nella logica individualista, egoista, nella ricerca del solo interesse personale, ma aperta all’amore nella ricerca della piena realizzazione “con” e “per” la libertà altrui.
Cristo diventa, perciò, il “fondamento”, la “sorgente” e la “misura” del vivere, essendo “la pietra d’angolo” (At 4, 11) da cui tutto prende forma e significato.
Cristo è la “Legge Nuova”, da cui tutto deriva e a cui tutto deve tornare, per cui il cristianesimo è la religione della pace e della fraternità vera. Le divisioni presenti nel cristianesimo sono espressione della chiusura all’ascolto del Vangelo, della ricerca della propria e personale affermazione, della riduzione della Verità a letture e comprensioni umane. Anziché ascoltare la voce del Buon Pastore si dà ascolto e adesione alle visioni personali e d’interesse umano.
La conseguenza della chiusura della ricerca della Verità, dell’ascolto attento e consapevole del Vangelo, è l’incapacità di testimonianza credibile e del servizio attento e fedele al Vangelo. Il mondo perde, così, la possibilità di conoscere Dio, il suo unigenito Figlio e la Chiesa: «Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui» (1Gv 3, 1).
Il mondo può conoscere Dio e il suo Amore in Cristo Gesù, solo se i cristiani vivono la vera sequela, senza paura e senza riduzioni, così da poter essere testimoni liberi e fedeli in Cristo.
Solo nell’ascolto attento e vissuto del Vangelo la vita del cristiano trova la sua piena identità e genera vita, pace e amore in sé e nel prossimo.
Radicati e fondati in Cristo, per l’ascolto attento fedele alla Vangelo, seminiamo nel mondo l’Amore di Dio come figli redenti e amati dal Padre, per una costruzione vera della Pace, che non esige l’annullamento della diversità per una omologazione alla volontà del più forte, ma incontro e apertura per una condivisione serena e una realizzazione di sé nel pieno rispetto della dignità umana.
Ascoltatori attenti del Cristo Buon Pastore, viviamo la nostra fede radicata e fondata sulla Verità del Vangelo e sulla Grazia Sacramentale, scevra da formalismi e ritualismi sterili, per dare testimonianza al mondo dell’Amore di Dio e della sua Verità che libera.