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La Luce Negli Occhi

Viaggio nell'anima attraverso la Sacra Scrittura
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Domenica di Pasqua (Anno B) - 2024

“Risorti con Cristo”


 

(At 10,34a.37-43 - Sal 117 - Col 3,1-4 - Gv 20,1-9)

 

       Sappiamo che il termine Pasqua deriva dal il verbo pāsa «passare oltre», quindi indica il passaggio: per gli Ebrei dalla schiavitù egizia alla libertà nella terra promessa; per i cristiani dalla schiavitù del peccato alla vita nuova in Cristo.

       La vita del cristiano è, dunque, una vita nuova nel Cristo, come afferma San Paolo nella Lettera ai Colossesi: una vita da “risorti”!

       È una condizione alta, che comporta una rinascita vera.

    Credere in Cristo non è, quindi, una semplice religiosità, un offrire atti di culto, elevare preghiere per aggraziarsi la benevolenza di un dio e seguire un codice etico come meglio possibile.

       Credere in Cristo è vivere in Cristo!

       Un concetto, questo, non sempre facile da comprendere, né scontato per il solo professare la fede cristiana. È molto più profondo di quanto significhi letteralmente.

       Vivere in Cristo è vita di Grazia, che inizia con il Battesimo, ma che chiede una adesione fatta di ragione, volontà e impegno costante di adesione a Cristo in ogni singolo momento della propria esistenza.

       In una parola, che spesso spaventa, vivere in Cristo è “Essere Santi”, cioè, come afferma San Paolo, rivolgere «il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 2).

       Questo non vuol dire non interessarsi alle cose mondane, ma a vivere il quotidiano con un pensiero nuovo, con una continuo discernimento per realizzare il Bene e respingere e condannare il Male.

       Vivere in Cristo, essere Risorti in Cristo, è vivere la propria vita, nella concretezza della realtà che ci appartiene e nella fragilità e complessità in cui siamo immersi, ma con una rinnovata mentalità e con la forza dell’Amore di Cristo incontrato e accolto.

       Essere Risolti in Cristo significa, dunque, vivere la virtù Speranza, che non è utopia, anelito senza certezza, ma certezza concreta di essere Amati da Dio e chiamati ad una condizione alta di vita, quella di figli di Dio.

       Risorti in Cristo è la condizione del credente che è capace di “vedere oltre” e di “amare senza misura”.

       Vedere oltre: cioè essere capaci di saper sempre trovare il Bene in ogni cosa, non con un positivismo sterile, ma con lo sguardo di Dio, che riconosce nell’umanità la sua Immagine e Somiglianza, cioè quell’anelito alla felicità, che mai si perde, anche se spesso si cerca per vie di male, lasciandosi illudere ed ammaliare da Esso.

       Amare senza misura: cioè amare anche quando tutto dice male, odio, violenza, cattiveria, invidia, ostilità. Non significa essere “buonisti” o “sciocchi, illusi e fessi”, ma essere capaci di amare con l’amore di Dio, vedere con gli occhi di Dio e giudicare con il giudizio di Dio, che vuole sempre la “salvezza” dell’uomo: «Forse che io ho piacere della morte del malvagio - oracolo del Signore - o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?» (Ez 18, 23); «non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo» (Gv 12, 47).

       Pasqua è vita nuova, che si deve realizzare ogni giorno, facendo agire in noi la Grazia del Battesimo, mediante un cammino di conversione totale all’Amore di Dio; studiando, meditando e vivendo la Parola di Dio; pregando e adorando il Signore in ogni momento della propria vita, nell’incontro con il prossimo e nella partecipazione alla vita Sacramentale.

       Risorti con Cristo è l’impegno di una vita da credenti nella routine della quotidianità, sempre in una “tensione” e “apertura” alla vita in Dio.

       Celebrare e vivere la Pasqua non si compie in una liturgia più o meno partecipata, ma in una vita totalmente orientata a Dio e realizzata nella ricerca e costruzione del Bene per l’umanità.

       Con l’augurio che ognuno possa vivere da Risorto in Cristo, invochiamo una rinnovata effusione dello Spirito Santo, per vivere la “gioia della Pasqua!”.

       Auguri.


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