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Mercoledì delle Ceneri – 2024

“Quaresima: tempo di conversione”


(Gl 2,12-18 - Sal 50 - 2Cor 5,20-6,2 - Mt 6,1-6.16-18)

 

       Iniziamo il cammino di Quaresima: tempo di preparazione alla Pasqua. Un tempo favorevole per crescere nella fede, un tempo di riflessione e di meditazione sul personale modo di camminare nella fedeltà al Signore.

       La Quaresima è “tempo di penitenza”. Si, ma sebbene inizi con un “segno” esteriore, l’imposizione delle ceneri, è una penitenza del “cuore”, della “coscienza”.

       È il tempo opportuno della riflessione interiore, per verificare “come” camminiamo nella fede e “cosa” occorre fare per crescere nella sequela piena del Cristo, nella vera “conformità” a Lui!

       «Laceratevi il cuore e non le vesti» (Gl 2, 13).

       Dio ci invita, per mezzo del profeta Gioele, a vivere la “penitenza interiore” che parte da un vero e profondo esame di coscienza, non tanto per riconoscere le mancanze, i peccati commessi, quanto per analizzare e valutare quanto incida la Parola di Dio nella propria vita, quanto la Parola sia la vera “lampada” che illumina e guida le nostre scelte, il nostro parlare e orienti il nostro cuore a vivere nella Carità, a fare nostri i “sentimenti di Cristo”.

       La Quaresima non è “astenersi dalla carni” i venerdì, o, per i più asceti, “digiunare a pane e acqua” per quaranta giorni come fece il Cristo. Questo è utile e giusto se è “il di più” ad un vero cammino di conversione interiore!

       Il Cristo ci ha insegnato che ciò che contamina l’essere umano non è qualcosa di esteriore, come il cibo, ma ciò che di male scaturisce dal proprio cuore (Mt 15, 11).

       Il digiuno corporale, i vari fioretti, le rinunce e i sacrifici esteriori sono utili se sono una aggiunta ulteriore all’impegno di conversione interiore a cui il cristiano è chiamato a vivere ogni giorno.

       I grandi asceti, infatti, non riservavano alla quaresima le opere di “mortificazione corporale” (digiuni e penitenze), ma li vivevano tutto l’anno, proprio per dare maggiore impulso al cammino di conversione interiore che vivevano e li facevano nel massimo segreto e mai lo hanno consigliato ad altri.

      

       L’invito a “lacerarsi il cuore” indica proprio il cammino di conversione da effettuare, che è una analisi attenta del proprio modo di pensare, valutare e agire ed un lavoro interiore di purificazione e cambiamento, affinché si raggiunga la piena “conformazione a Cristo”, come ci insegna San Paolo (Rm 8,29).

       La Quaresima è il tempo favorevole perché è il tempo di preparazione alla Pasqua, all’evento della Salvezza operata da Cristo.

       “Essere conformi a Cristo” è, appunto, essere “risorti”, essere “creature nuove”, essere “redenti”, per cui la Quaresima è il tempo di riflessione sulla nostra appartenenza a Cristo, sul nostro vivere il Battesimo ricevuto, la Salvezza a cui siamo stati inseriti e a cui siamo destinati.

       L’imposizione delle Ceneri, segno esteriore di penitenza, è il monito che dobbiamo sempre avere presente nella nostra coscienza di essere “fragili”, “caduchi”, ma nello stesso tempo “forti” per la grazia del Battesimo.

       Le Ceneri sono il segno esteriore di ciò che ogni giorno siamo chiamati a vivere: morire a sé stessi per vivere da redenti!

       Le Ceneri non sono un “rito magico” che ci apre a Dio, né un amuleto che ci preserva dall’errore, dal male.

       Le Ceneri sono il monito a camminare in una conversione continua, avendo fisso lo sguardo del cuore su Cristo e impegnandoci a mettere in pratica la sua Parola.

       Il monito di Cristo: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 6, 1), ci richiama a vivere questo tempo liturgico impegnati in una analisi personale e interiore del cammino di fede vissuto, bandendo ogni forma di ipocrisia e di religiosità ostentata, propria di chi è attento alle varie “ritualità” esteriori piuttosto che a “crescere interiormente”.

       L’invito di San Paolo, «lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5, 20), mette l’accento sull’impegno e la disponibilità personale a vivere uniti a Dio, in una riconciliazione con Lui e con sé stessi mediante un cammino di conversione.

       La volontà di Dio è chiara: Lui vuole la nostra Salvezza, vuole che viviamo nella “libertà” vera, di coloro che si riconoscono sui figli e vivono nel suo amore, secondo il suo insegnamento. Dio vuole la nostra “felicità”, cioè, vuole che noi viviamo la nostra umanità nella ricerca del vero Bene, di quello che ci rende “umani” capaci di vivere l’amore che edifica sé stessi e il prossimo, che non giudica e condanna, che non uccide e non schiavizza.

       “Essere riconciliati con Dio” e vivere questa condizione è l’identità del cristiano. Essere cristiani è vivere nella certezza dell’Amore di Dio e permettere che il Suo Amore sia la “ragione” del proprio esistere. Questo non è altro che vivere la propria esistenza cercando sempre e prima di tutto ciò che “piace” a Dio ed è espressione del Suo Amore.

       Ecco perché vivere la fede cristiana non è questione di ritualità esteriore, ma impegno di costante e continua conversione per lasciarsi abitare dall’Amore di Dio e poter essere nel mondo “sale e luce” (Mt 5, 13-16) al fine di “costruire” una società in cui ognuno abbia la possibilità di vivere in pienezza la sua vita e conoscere Dio.

      

       La Quaresima sia il tempo della conversione a Dio e il tempo favorevole per una crescita nella fede mediante una analisi interiore lasciando che Dio abiti in noi, affinché ogni gesto, parola e pensiero siano espressione del nostro appartenere a Lui e del suo Amore.


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