Quarta Domenica di Avvento – Anno B - 2023
“Essere tempio di Dio”
(2Sam 7,1-5.8-12.14.16 - Sal 88 - Rm 16,25-27 - Lc 1,26-38)
«Il Signore ti annuncia che farà a te una casa» (2Sam 7, 11).
Il re Davide vuole costruire una “casa” per l’arca di Dio, per il Signore, per la sua presenza nel popolo. Uno slancio del cuore che il profeta Natan da subito approva invitando Davide a seguire il suo cuore. Nulla di più bello che esprime amore e devozione verso Dio!
Il desiderio di Davide è dare onore a Dio, con un’opera esteriore che dovesse essere superiore al palazzo reale in cui abitava, perché Dio è più del potere dell’uomo.
Nel ragionamento umano tutto fila e risulta corretto, giusto! Nulla di diverso da quanto ancora oggi l’uomo vive come culto a Dio: un culto esteriore, un gesto che esprime amore e devozione, ma che rischia di restare esterno alla realtà della vita del credente.
A Davide e a ciascuno di noi Dio risponde che è Lui a fare una casa per il suo popolo! La casa in cui Dio dimora, in cui Dio chiede di avere il primato del posto: il cuore dell’uomo!
Il vero culto a Dio nasce e parte dal cuore dell’uomo, cioè dalla sua interiorità, dalla sua coscienza. Dio chiede di abitare nel nostro cuore, di avere il primato, cioè di essere il Re, il Signore, la fonte di ogni pensiero, di ogni sentimento e la ragione di ogni gesto, la forza propulsiva della volontà dell’uomo.
Dio ha realizzato tutto questo con l’Incarnazione di Gesù il Cristo, mediante il “Si” di Maria, umile serva, come Lei si è definita.
Con l’incarnazione Dio ha reso tangibile la sua presenza nella vita dell’umanità. Ha reso possibile questa abitazione presso di noi e in noi! Cristo abita per la fede nel cuore del cristiano.
Alla domanda “Cristiano chi sei?”, a cui abbiamo cercato di dare risposta meditando la parola della terza Domenica di Avvento (anno B), oggi possiamo ulteriormente specificare che “il cristiano è colui che si lascia abitare da Cristo”, mediante l’ascolto e l’accoglienza della Parola a cui dà l’ossequio razionale e di carità.
San Paolo parla di questa abitazione di Cristo nella Lettera agli Efesini, invocandola per loro dal Padre, come espressione piena della fede e della appartenenza a Cristo: «Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ef 3, 14-19).
Alla domanda: “Chi sei cristiano?”, possiamo rispondere “sono il Tempio di Dio!”.
L’umanità ha innato in sé la ricerca di senso e una spiritualità che la apre al soprannaturale, alla divinità, ma ciò che chiude ogni possibilità di ricerca di Dio e di fede è il cuore chiuso in sé, in cui non c’è posto per nulla e nessuno se non per il proprio Io in un atteggiamento di difesa per paura di perdersi, di morire.
Nella nostra società c’è bisogno di tornare a parlare al cuore dell’uomo per lasciarlo aprire all’Amore di Dio.
Solo incontrando credenti che sono “tempio vivente di Dio” possono compiere questo servizio autentico di trasmissione della fede “da cuore a cuore”.
Per vivere ed essere “Tempio di Dio” abbiamo un modello autentico in Maria, colei che ha creduto ed ha accolto nel suo cuore la Parola.
La Vergine Maria è colei che veneriamo con il titolo di “Tabernacolo della Divina presenza”. Si! Maria è questo per aver creduto alla Parola e per aver accolto la Parola!
Maria è il modello della Chiesa e, quindi, di ogni cristiano, chiamati ad accogliere Dio nel cuore mediante l’accoglienza della Parola, che si traduce nel vivere secondo essa, lasciandosi guidare da essa e mediante essa leggere e vagliare ogni cosa.
Maria è Colei che ci insegna a dire il nostro “Si” alla Parola, che si vuole fare “carne”, “presenza”, per il mondo mediante la nostra esistenza. Cristo si fa presenza nel mondo mediante la vita del cristiano. Per chi non crede, la presenza reale nell’Eucaristia è “follia”, potrà accettarla e accoglierla solo per la testimonianza del cristiano, quale “Tempio”, “Tabernacolo” vivente di Dio nel mondo.
«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1, 38).
La parola accolta ci fa “servi” del Signore, cioè ci abilita ad essere nel mondo “presenza” umile di Dio come Maria, che ha invitato a “fare secondo la parola di Gesù” (Gv 2, 5 «La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”»).
Servi del Signore come Giovanni il Battista, che affermò «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3, 30) e lo indicava presente e invitava a seguirlo «Ecco l’Agnello di Dio!» (Gv 1, 29.36).
Servi dell’Amore: per saper amare nel modo più autentico e libero, come Dio ama.
Servi della Verità: per annunciare ciò che dà la vera libertà all’umanità.
Servi in umiltà: perché consapevoli di essere fragili, peccatori, un nulla senza Dio.
La Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa, Serva umile e gioiosa della Parola, non è un modello irraggiungibile perché Ella ci insegna l’ascolto della Parola, l’umiltà del cuore, la libertà vera di chi ama senza pretese.
A Maria chiediamo di intercedere per noi perché lo Spirito Santo ci renda docili all’ascolto della Parola e ci modelli per essere “Tempio di Dio”, presenza vivente di Dio nel mondo.