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La Luce Negli Occhi

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DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO A) - 2023

“Celebrare o Vivere la Pasqua?”


 

 

       «E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio» (At 10, 42).

 

           Celebrare o Vivere la Pasqua?

          Può sembrare una domanda assurda, ma non lo è perché la differenza tra il celebrare e il vivere è determinante e fondante per la vita di fede.

          Ogni anno ci ritroviamo a festeggiare la Pasqua con i suoi riti intensi e coinvolgenti.

           In varie parti della nostra bella Italia si rivivono forti e consolidate tradizioni popolari durante il Triduo Pasquale fino al giorno di Pasqua.

       In molti vengono coinvolti emotivamente e direttamente, al punto che si attendono anno dopo anno preparandosi con devozione a celebrarli.

         Celebrare, appunto, la Pasqua! Cioè rivivere un memoriale o più precisamente una devozione popolare ispirata ai momenti fondanti la fede cristiana.

       Celebriamo la Pasqua, dunque, quando ci soffermiamo a svolgere dei riti, delle tradizioni, sebbene importanti e con molta devozione, ma che si limitano ai giorni della Settimana Santa per poi tornare alla routine quotidiana in attesa di celebrarli il prossimo anno.

         La Pasqua solo celebrata resta sempre il momento fondamentale della religione cristiana, ma non è il fondamento della vita del credente.

         Vivere la Pasqua, invece, vuol dire vivere ogni giorno da “risorti”, da “rinati” con Cristo per il Battesimo ricevuto.

         Vivere la Pasqua significa celebrare ogni giorno con la vita il dono della fede ricevuta nella fedeltà al Cristo.

       Vivere la Pasqua da “risorti” in Cristo per il Battesimo significa vivere la gioia della fede, annunciarla e testimoniarla con una vita da “redenti”.

       Vivendo ogni giorno nel dono della fede, nella fedeltà al Battesimo, facciamo costante memoria della Pasqua del Signore Gesù Cristo e viviamo da “rigenerati per la fede”, “risorti con Cristo”, in una costante tensione verso la vita in Dio, fissando lo sguardo alle cose di Dio (cfr. Col 3, 1-4) per essere “sale e luce” nel mondo, “portatori di speranza” in ogni occasione della vita.

      

       Celebrare o Vivere la Pasqua indicano, dunque, due ben distinte modalità di vita: la prima è una vita di religiosità che non investe e coinvolge la quotidianità, ma si limita a rivivere ritualità e tradizioni; la seconda rinnova l’esistenza facendo di ogni momento l’occasione irrinunciabile per annunciare e testimoniare la fede nel Cristo risorto.

       Nel giorno di Pasqua la liturgia ci fa rinnovare le nostre promesse Battesimali perché è per il Battesimo che siamo “risorti con Cristo” e costituiti a pieno titolo “annunciatori e testimoni” della vita nuova in Cristo per la sua Pasqua.

      

         Aspersi e purificati nel Battesimo, viviamo la Nuova Alleanza con Dio nella offerta del suo Figlio per l’umanità.

       Nella fede cristiana il sacrificio non è più esteriore, come nell’ebraismo, ma è interiore, è il dono della propria vita in comunione con il Cristo morto e risorto.

        Vivere la Pasqua è offrire a Dio il sacrificio spirituale della nostra vita unita a Cristo nella obbedienza al suo insegnamento, nella comunione con Lui per la vita sacramentale.

       Offriamo a Dio il sacrificio spirituale della nostra vita rinnovando le promesse del Battesimo e impegnandoci a dare testimonianza della nostra appartenenza a Lui con una vita da “rigenerati e risorti” nell’Amore misericordioso di Dio.

         Annunciamo con la vita la nostra fede in Cristo perché che ci è accanto possa gustare la “gioia” della risurrezione di Cristo e nostra in Lui.

       San Serafino di Sarov salutava i suoi visitatori in ogni momento dell’anno dicendo: “Gioia mia, Cristo è risorto” e nella sequenza di Pasqua cantiamo “Surrexit Christus, spes mea”, “Cristo è risorto, mia speranza”, siano la gioia e la speranza a fondamento del vivere quotidiano di ogni credente, doni della Risurrezione di Cristo ricevuti nel Battesimo.

       Buona Pasqua!


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