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La Luce Negli Occhi

Viaggio nell'anima attraverso la Sacra Scrittura
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XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 2022

“Prendersi cura”


 

(Dt 30,10-14 - Sal 18 - Col 1,15-20 - Lc 10,25-37)

 

         «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso» (Lc 10, 27).

          Questa è l’essenza della fede ebraico-cristiana. Gesù ci ha insegnato come attuare questo comandamento.

         Amare Dio significa vivere nella sua volontà, cercarla, comprenderla, viverla. Ci ha insegnato a pregare chiedendo proprio questo nella preghiera del Padre nostro: “sia fatta la tua volontà”!

         Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza significa amarlo con tutto sé stessi educando mente, cuore e volontà a compiere ciò che è gradito a Dio, superando il naturale egoismo, decentrandosi per centrarsi in Dio.

       Amare Dio non è seguire una religione, ma una Persona. È una relazione personale che coinvolge interamente orientando tutta la vita perché la relazione d’amore con Dio sia la ragione di esistere del credente.

         Amare il prossimo come sé stessi!

        Può sembrare una eresia, ma può risultare più facile amare Dio che il prossimo, proprio perché la relazione con Dio appare gestita dalla persona. Non è così!

         L’amore per Dio orienta e comporta l’amore per il prossimo e per sé stessi.

        Quando si ama veramente Dio si impara ad amarsi nel senso più pieno, perché non ci si limita a valutare la vita nella sua realtà terrena, ma la si comprende nella sua espressione più alta: destinata alla vita eterna in Dio!

       Da qui non ci si limita a cercare ciò che soddisfa e realizza secondo la logica umana, ma tutto è vissuto nella prospettiva di Dio, tutto dovrà concorrere a realizzare la volontà di Dio e l’amore di Dio.

         Comprendendosi e amandosi in Dio, l’amare il prossimo sarà vissuto nella stessa direzione, modalità.

         Amare il prossimo significa “prendersi cura”!

        Nella parabola Gesù evidenzia l’atteggiamento del buon samaritano, che si differenzia da quello dello scriba e del sacerdote evidenziando perché egli «si prese cura di lui» (Lc 10, 34).

       Prendersi cura del prossimo significa avere attenzione alla realtà dell’altro. Amare il prossimo è cercare il suo bene nella sua identità e condizione.

          Amare il prossimo è assicurare l’aiuto per l’emergenza, ma anche garantire il benessere completo dell’altro.

       Il buon samaritano non solo si ferma a curare le ferite, ma si prende cura affidandolo al locandiere, che al tempo era la forma di ospedale di oggi e rappresenta la comunità dei credenti, la Chiesa, l’insieme di coloro che sono chiamati per fede a vivere l’amore del prossimo.

         Il prendersi cura, l’amare il prossimo, è superare l’egoismo, la vanagloria, il tornaconto, il plauso e la fama. Non a caso non è menzionato il nome del Samaritano. L’amore secondo Dio non porta al successo, alla fama, al prestigio perché è gratuito, fuori dalla logica dell’amore umano che cerca il proprio interesse e tornaconto.

           Amare il prossimo, prendersi cura significa amarsi e amare l’altro nella modalità di Cristo: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8).

        Per amare il prossimo è necessario imparare a conoscere, ad ascoltare e a non esprimere giudizi di condanna. La valutazione che necessita per amare è tutta orientata a comprendere il bene da compiere nel vero bene dell’altro e di sé stessi, fedeli sempre all’amore di Dio.

         Il cristiano vive la virtù della Fede quando il suo agire è espressione della virtù della Carità, nella comprensione della vita secondo la virtù della Speranza.

          In questa prospettiva l’amore per Dio e per il prossimo sarà autentico e sempre orientato al bene secondo Dio, nella sua volontà.

       Nella reciprocità di vita le relazioni umane saranno un autentico “prendersi cura”, senza egoismi, senza interessi, nel pieno rispetto reciproco e nella solidarietà perché ognuno realizzi nella sua vita la volontà di Dio Padre.


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