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SANTISSIMA TRINITA' (ANNO C) - 2022

“Educare all’amore trinitario”


 

(Pr 8,22-31 - Sal 8 - Rm 5,1-5 - Gv 16,12-15)

 

           Cosa vuol dire essere cristiani? In quale Dio crede il cristiano?

        Sono domande a cui ogni credente “deve” saper rispondere, darne ragione a tutti! Per dare una risposta che sia esistenziale, che coinvolga il vivere personale, non può essere una risposta da catechismo, ma una piena esperienza personale.

        La solennità della Santissima Trinità, istituita per la Chiesa cattolica da Papa Giovanni XXII nel 1334, è motivo per ogni credente di soffermarsi a chiedersi e comprendere in chi si crede e quanta conoscenza si ha del Dio cristiano.

         Riconoscersi credenti nel Dio cristiano significa credere nel Dio uno e trino, rivelatosi in modo definitivo con l’Incarnazione di Cristo, che ci ha svelato il vero volto del Padre ed ha portato così a compimento le promesse d’amore di Dio per l’umanità.

         Il Dio cristiano è Amore, afferma San Giovanni (1Gv 4, 7-16). Le persone della Trinità vivono nella relazione d’amore, che si apre, si dona e coinvolge chi la accoglie, aprendo la persona ad una relazione di amore con Dio e il prossimo.

          Papa Benedetto XVI, all’Angelus del 07 giugno 2009, affermò: «La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati»[1].

         La nostra società occidentale è sempre più agnostica e indifferente alla fede, in particolare a quella cristiana, proprio perché ha perso la corretta relazione con l’amore. Aver posto enfasi sulla individualità e assoggettato tutto alla decisione e valutazione della soggettività esasperata, ha fatto perdere di fatto la relazione d’amore con Dio e con i fratelli: si è persa la speranza, che apre a Dio e sprona a vivere in Dio. Urge rieducare alla corretta concezione e attuazione dell’amore.

          Educare all’amore è necessario e urgente per la nostra società al fine di superare l’individualismo e recuperare le sane e corrette forme di solidarietà, di condivisione e di sostegno.

        Educare all’amore è esigenza vitale per recuperare il valore della dignità della persona umana, ormai dipendente delle logiche economiche, dal possibilismo e dall’efficientismo.

           Educare all’amore per far conoscere il corretto volto di Dio e aiutare la persona ad aprire il proprio cuore alla proposta di amore di Dio.

          Per questa educazione all’amore e per far conoscere il vero volto di Dio, è necessario che i cristiani vivano la fede e non l’immagine di essa espressa in forme stantie di pietà popolare, in stereotipi di vita cristiana slegata dalla concretezza della vita.

           I cristiani devono recuperare la missione propria e identificativa comandata da Cristo di “vivere nell’amore”: «amatevi come io vi ho amato» (Gv 15, 12); «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).

           Il mondo ha bisogno di cristiani che siano con la loro vita il volto e l’essenza della Trinità: l’amore!

           La fatica e l’ostacolo che spesso si contrappongono nella testimonianza e condivisione della fede sono generati dalla mancanza di amore autentico tra cristiani. Le divisioni, le fazioni, gli odi, le gelosie, le rivalità, le mormorazioni producono allontanamento dalla vita di fede e certo non sono espressione dell’appartenenza alla Santissima Trinità.

           È urgente recuperare la corretta e autentica realtà dell’amore cristiano!

           La Santissima Trinità è Amore in relazione. È Amore di comunione. È Amore di donazione.

         Amare e credere nel Dio cristiano, nel Dio di Gesù Cristo, esige una rivoluzione totale della propria esistenza imparando ad amare non solo per esigenza personale, ma per necessità esistenziale!

          Il cristiano non può vivere senza amare! Non può perché il cristiano è per sua identità “abitato dall’amore, da Dio”: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23).

          La primaria e fondante vocazione del battezzato è l’amore, perché appartiene, per il Battesimo, a Dio Uno e Trino.

         Santa Teresa di Lisieux lo ha compreso e vissuto in pieno: «La mia vocazione è l'amore. […] Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà»[2].

         Non occorre avere posti di prestigio per essere credenti autentici, bravi cristiani; è necessario e fondamentale essere “l’amore”, cioè amare autenticamente e in libertà perché si è credenti!

          Come essere l’amore? Come amare se non si è perfetti? Come amare sapendo di essere peccatori?

          Credere è camminare nell’amore di Dio, non è uno stato di perfezione raggiunta o innata, come spesso si ostenta tra credenti.

        Credere è una costante crescita educativa nell’amore trinitario. Credere è, appunto, educarsi ad amare ad immagine dell’amore trinitario. Questo cammino si compie con una coscienza retta, capace di riconoscere il proprio limite ed errore, sempre pronta a rialzarsi confidando nella Grazia di Dio.

         È un cammino tra prove, tribolazioni, cadute, ferite, ma sempre con lo sguardo fisso su Dio; sempre in ascolto della sua Parola; sempre in preghiera contemplativa di Dio Amore.

       San Paolo lo afferma con chiarezza e fermezza, nel suo stile comunicativo, espressione della sua profonda esperienza di fede in Dio Amore: «ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 3-5).

        In questo cammino di “educazione all’amore trinitario” non siamo soli: Dio cammina con noi e in noi ed opera in noi mediante i Sacramenti e la vita nella sua Chiesa.

 

 

 

[1] https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/angelus/2009/documents/hf_ben-xvi_ang_20090607.html

[2] Autobiografia di santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux); Manuscrits autobiographiques, Lisieux 1957, pp.227-229


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