QUARTA DOMENICA DI PASQUA (ANNO C) - 2022
“Ascoltare e condividere”
(At 13,14.43-52 - Sal 99 - Ap 7,9.14-17 - Gv 10,27-30)
«Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono» (Gv 10, 27).
Questa affermazione di Gesù, che si presenta come “il Buon Pastore”, permette di riflettere su due aspetti fondamentali della fede: la Signoria di Cristo nella vita del credente e la sequela fedele.
Il primo fondamentale aspetto della fede parte dal Battesimo. Seppure ricevuto da piccoli, per volontà dei genitori, essere battezzati significa riconoscere Gesù come Signore e Re della propria vita e accogliere il suo insegnamento, a fondamento delle scelte quotidiane personali. Per questo occorre un ascolto mediante la relazione intima e profonda con Cristo.
Da questa adesione deriva il secondo fondamentale aspetto della fede, la sequela, che è attuare nella propria concreta esperienza l’insegnamento accolto, testimoniando la scelta di appartenere a Dio, di averlo posto al centro della personale esistenza.
“Ascoltare la voce del Buon Pastore” indica, dunque, questa relazione personale e intima con Cristo, che si realizza nella preghiera, nella meditazione della Parola, nel discernimento quotidiano e nell’esame della propria coscienza.
Non ci si può definire “cristiani”, “credenti”, se non si vive appieno questa relazione di ascolto del Cristo!
In questa domenica si celebra la 59ª giornata mondiale di preghiera per le vocazioni dal tema: “Chiamati a edificare la famiglia umana”. Papa Francesco, nel suo messaggio per questa giornata, ricorda, citando Evangelii Gaudium 120, che «in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr Mt 28,19). Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione», pertanto la parola “vocazione” non va intesa «in senso restrittivo, riferendola solo a coloro che seguono il Signore sulla via di una particolare consacrazione. Tutti siamo chiamati a partecipare della missione di Cristo di riunire l’umanità dispersa e di riconciliarla con Dio […] siamo chiamati a essere custodi gli uni degli altri, a costruire legami di concordia e di condivisione, a curare le ferite del creato perché non venga distrutta la sua bellezza».
Per il Battesimo ricevuto si è costituiti a pieno titolo “soggetti attivi di evangelizzazione”, cioè responsabili di annunciare il Vangelo con la propria vita, il proprio impegno, la propria responsabilità, le scelte, ma anche annunciando le meraviglie che Dio compie nella propria esistenza, la bellezza dell’appartenergli, la gioia che ne deriva camminando secondo la sua Parola.
Annunciatori del Vangelo per la fede che si professa, corresponsabili della altrui adesione al Vangelo, impegnati a non scandalizzare ma a far innamorare di Cristo. Tutto questo sentendosi responsabili degli altri, della loro adesione o meno alla fede, impegnati a costruire relazioni di condivisione e di amore.
“Ascoltare la voce del Buon Pastore” deve portare, quindi, proprio a questo: ad essere “custodi gli uni degli altri” e a “costruire legami di concordia e di condivisione”.
Diversamente non sarebbe fede, non si vivrebbe la sequela di Cristo, ma l’essere cristiani si ridurrebbe ad una pratica sterile, vuota di senso e per nulla incisiva sulla vita concreta. In altre parole, sarebbe una vita religiosa, in cui Dio è assente e al suo posto c’è il proprio ego camuffato dietro a devozioni e morale, espressione di un certo riferimento ai Comandamenti e precetti della fede, ma vissuti per vanagloria e apprezzamento personale.
“Ascoltare la voce del Cristo, buon Pastore” è crescita nella umiltà del cuore, adesione libera e razionale agli insegnamenti di Dio, ricerca della verità, del bene, nella cooperazione di coscienze, nella condivisione con il prossimo, nella edificazione di tutti nel bene, nell’amore di Dio.
Dall’ascolto autentico del Cristo nasce, dunque, la cooperazione e la condivisione a costruire il Regno di Dio, consapevoli di essere stati “vocati”, “chiamati”, e “destinati” alla vita in Dio.
Si è buoni ascoltatori di Cristo quando si è capaci di condividere con il prossimo l’ascolto, perché l’altro sia edificato, rigenerato dalla Grazia di Cristo e si senta parte viva del suo popolo: la Chiesa.
Ascoltare e condividere: dall’ascolto, frutto di una relazione d’amore con Cristo, riconosciuto come Signore e Re; rigenerati e perdonati nell’Amore misericordioso di Dio; ogni battezzato è “chiamato” ad impegnarsi a rendere visibile la propria fede, l’ascolto del Cristo, in una condivisione umile e autentica, affinché l’altro possa incontrare, accogliere e ascoltare il Buon Pastore, Cristo Signore, Maestro e Re.
Realizziamo la vocazione battesimale ricevuta impegnandoci a condividere la propria fede e a costruire la famiglia di Dio, la Chiesa, mediante l’ascolto della Parola e la costante ricerca della Verità, in una reciprocità e cooperazione di coscienze, perché la fede sia annunciata e conosciuta mediante l’impegno di ciascuno e secondo i carismi che lo Spirito dà a ciascun battezzato.
Chiamati alla Vita non possiamo non generare vita! Ascoltare e condividere è generare vita in noi e attorno a noi; è amare e dare vita annunciando Colui che è Vita, Verità e Via.
Nel rendere grazie a Dio per averci chiamato alla vita, in questa domenica ricordiamo e preghiamo per coloro che ci hanno generato e in particolare le nostre madri.
In questa domenica, in cui celebriamo anche la “Festa della Mamma”, non possiamo non elevare il nostro grazie a Dio per il dono della vita, per la Madre che ci ha donato, Maria, e per tutte le madri che ci hanno generato e che si aprono al dono della vita.