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Categoria: T. Ordinario 2021 - Anno B
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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - 2021

“Una Presenza che segna”


 

(Es 16,2-4.12-15 - Sal 77 - Ef 4,17.20-24 - Gv 6,24-35)

 

       «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo?» (Gv 6, 30).

       La domanda della folla rivolta a Gesù è espressione dell’approccio che ogni individuo ha di fronte alla religione, all’ultraterreno.

       L’umanità è alla continua ricerca di segni che diano ragione di credere a ciò che non è tangibile, sperimentabile.

       I più giovani, sempre più immersi nella tecnologia e nell’uso della comunicazione virtuale, fanno fatica a credere ai segni e accolgono solo ciò che è dimostrabile, sperimentabile.

       Di fronte ad una società sempre meno aperta al sacro, al divino, sebbene legata al sensazionale, al magico, all’occulto, diventa sempre più urgente e necessario una “nuova evangelizzazione”.

       Occorre essere annunciatori di Dio Padre, che in Cristo è “Presenza che segna” la nostra quotidianità, il nostro stile di vita, le scelte e il discernimento di ciò che ci circonda.

       «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo» (Gv 6, 32-33).

       Gesù è “Presenza” che dà vita al mondo, nel segno del “pane eucaristico”. È “presenza reale” che parla al cuore di chi si accosta a Lui e si lascia abitare da Lui.

       Gesù è “Presenza che segna” la vita del credente, che riconosce nel “segno del pane e del vino”, che diventano “corpo e sangue di Cristo”, la fonte della vita, la legge nuova e la sorgente zampillante dell’amore misericordioso di Dio.

       «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (Gv 6, 35).

       Nella presenza reale dell’Eucaristia, Gesù sazia la fame e la sete dell’uomo, alla ricerca di senso; alla ricerca di risposte ai tanti perché, ma soprattutto al naturale bisogno di sentirsi amato, perdonato, accolto, guarito, rialzato, sostenuto.

       Il Dio cristiano è l’Emmanuele, il Dio con noi, e questa “Presenza” è vera, reale nel Sacramento dell’Eucaristia. Da questa Presenza il credente trova senso e modalità al suo vivere la fede: non è una religiosità rivolta ad una divinità lontana, estranea alla realtà dell’umanità, ma è divinità incarnata e costantemente presente nel segno delle specie eucaristiche.

       La “Presenza” di Cristo nel pane eucaristico sazia la fame e la sete dell’umanità perché risponde al bisogno naturale di essere amato. L’Eucaristia è la “Presenza tangibile dell’amore di Dio”, che si dona all’umanità e la rende capace di amare con la “misura di Dio”, oltre ogni limite e possibilità umana.

         L’Eucaristia è amore che rivela all’uomo qual è la sua vera identità: essere figlio di Dio, nel Figlio!

         L’Eucaristia è fonte di discernimento, perché guida a comprendere ciò che è bene e conduce al Bene, Dio!

         L’Eucaristia è sorgente di comunione e di fraternità, perché in Cristo tutti gli uomini sono fratelli, hanno la stessa dignità e stessi diritti.

         L’Eucaristia è “la legge nuova” iscritta nei cuori dei credenti in Cristo per il dono della comunione con Lui.

       Senza Eucaristia, dunque, non c’è vita cristiana autentica. Non si può vivere la fede cristiana senza Eucaristia, celebrata, adorata e vissuta.

       La vita cristiana è vita rinnovata in Cristo, come ci ricorda San Paolo in Ef 4, 21-24: «Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità».

       Accostarsi all’Eucaristia ed adorare Cristo, presente realmente nell’Eucaristia, conduce al rinnovamento della mente, del cuore e della volontà, perché tutto Cristo sia presente nel cuore del credente.

       La vita di fede cristiana è vita Eucaristica, vita che esprime la “Presenza di Cristo che segna”, incide e rinnova la mente, il cuore e la volontà, perché in ogni cosa, in ogni circostanza, in ogni azione sia reso tangibile, presente l’appartenere a Cristo.

       In questi giorni estivi, in cui dedichiamo tempo a noi stessi, al riposo, al ritemprarci dalle fatiche del lavoro e della routine quotidiana, concediamoci spazi e tempi per stare alla “Presenza” di Cristo nell’Eucaristia e lasciamo che Cristo “segni” la nostra vita con il suo amore, con la sua presenza, con la sua grazia.

       Lasciamo che la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia rinnovi tutto noi stessi, mente, cuore e volontà, per poter essere, in questa società, testimonianza vivente della “Presenza di Cristo che segna” la vita dell’uomo, elevandola dalla banalità e monotonia della quotidianità, alla novità e gioia di vivere di chi si scopre amato e accolto, perdonato e sostenuto, guidato e accompagnato da Dio misericordioso e fedele.

       Soffermiamoci davanti al Tabernacolo, concedendo a noi stessi del tempo per stare con Dio e apriamo il nostro cuore a Lui, perché ci “rinnovi nello spirito della nostra mente e ci renda nuove creature” (cfr Ef 4, 23-24).

 

Credo, mio Dio, di essere innanzi a te

che mi guardi ed ascolti le mie preghiere.

Tu sei tanto grande e tanto santo: io ti adoro.

Tu mi hai dato tutto: io ti ringrazio.

Tu sei stato tanto offeso da me: io ti chiedo perdono con tutto il cuore.

Tu sei tanto misericordioso: io ti domando

tutte le grazie che vedi utili per me.

(Beato Giacomo Alberione)