V Domenica di Pasqua – Anno A - 2020
“Pietre vive dell'edificio spirituale”
(At 6,1-7; Sal 32; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12)
«Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo» (1Pt 2, 4-5)
In questi mesi abbiamo visto gli edifici di culto, le nostre parrocchie, vuote. Abbiamo sentito sicuramente la mancanza della celebrazione Eucaristica. Ci siamo accontentati di partecipare alla Messa per televisione o tramite Facebook.
Eppure in questa “assenza” dalle celebrazioni, non è venuta meno la nostra identità di Chiesa, almeno nella sua essenza.
Noi, per il Battesimo ricevuto, siamo inseriti come membra viva del Corpo di Cristo, la sua Chiesa; costituiti edificio spirituale, pietre vive del tempio di Dio. Noi siamo il tempio che Dio abita con la sua Grazia. Non è la frequenza al Tempio che ci costituisce credenti, ma l’essere Tempio dello Spirito per il Battesimo.
Siamo, come ci dice San Pietro, “edifico spirituale” per offrire il sacrificio della nostra obbedienza in Cristo, rendere il culto gradito al Padre nella comunione in Cristo e con tutti gli uomini.
Abbiamo vissuto un lungo periodo di digiuno eucaristico! Speriamo ci abbia aiutato a comprendere maggiormente il valore dell’Eucaristia e del dono di grazia che il Signore ci fa ogni volta che ci accostiamo al Sacramento.
Speriamo, anche, che non abbiamo sentito la mancanza della ritualità della Messa, ma della comunione con i fratelli; non delle “belle Messe”, ma dell’incontro con il Signore e con i fratelli nella fede.
«Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (1Pt 2, 8-9).
In questo tempo di digiuno eucaristico speriamo di essere cresciuti nella comprensione della vera preghiera, del culto spirituale da offrire a Dio.
Questo tempo di distanza dagli altri e dalla condivisione della fede, speriamo ci abbia fatto crescere nell’impegno di comunione con gli altri e nella vera identità di essere comunità di fede.
Speriamo che questo tempo di deserto sia stato utile per la crescita e la maturità nella fede e nell’impegno di testimonianza di fede autentica.
L’essere Chiesa, comunità di fedeli, deve significare vivere rapporti di vera comunione e non di conoscenza o peggio ancora di gruppo autoreferenziale e chiuso.
Essere “popolo di Dio” significa essere annunciatori con la vita del cambiamento interiore e della vita di comunione e preghiera che viviamo per aver incontrato Cristo e seguirlo nella quotidianità della vita.
Essere “stirpe eletta” non significa essere superiori agli altri, come spesso invece si sentono e lo dimostrano i “cristiani praticanti”. Essere “stirpe eletta” ricorda che siamo stati costituiti tale dal sangue di Cristo, per cui nessun merito personale, ma dono di grazia che è per tutti e il nostro impegno di vita deve essere tutto proteso a permettere alle persone che incontriamo di partecipare al dono di grazia di Dio.
Essere cristiani, pietre vive dell’edificio spirituale, comporta modellare continuamente sé stessi su Cristo, “pietra d’angolo”. Ognuno e tutti insieme come comunità, ogni giorno, siamo chiamati a questo impegno di “conformazione”, di “modellamento” attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la preghiera vera, quella che si eleva a Dio con cuore puro, «alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche» (1Tm 2,8).
San Paolo, nella lettera ai Romani, ci aiuta a comprendere cosa vuol dire modellare sé stessi su Cristo, pietra d’angolo: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto […] non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato […] detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda […] Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi […] Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti» (Rm 12).
Ecco le opere grandi che Cristo ha detto che compirà chi crede in Lui (vedi Gv 14, 12). Tutto questo è possibile per ognuno di noi per la fede che viviamo in Cristo, per la sequela di Lui, Via, Verità e Vita.
“Signore Gesù,
Tu sei Via, Verità e Vita,
donaci il tuo Spirito
perché, modellati su Te, pietra d’angolo,
portiamo frutti di amore
per costruire il Tuo Regno.
Aumenta la nostra fede in Te,
per essere tuo “popolo santo”,
per elevare la preghiera pura e libera da contese,
per offrire il culto gradito al Padre
della nostra vita in obbedienza alla tua Parola.
Ravviva in noi il dono del Battesimo,
che ci fa tuoi e fratelli tra noi;
che ci inserisce nella comunità di fede
dove crescere e fortificarci nell’amore
da donare ad ogni persona.
Sostieni e guida la tua Chiesa,
perché sia vera comunità di fede,
dove ogni persona si senta accolto nel tuo Amore;
compreso e non giudicato,
perdonato e non condannato,
accolto e non escluso,
educato e non istruito,
amato e sostenuto.
Amen!”