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Categoria: Quaresima 2020 - Anno A
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Seconda Domenica di Quaresima – Anno A

“Trasfigurati dall’amore”


 

(Gen 12,1-4; Sal 32; 2Tm 1,8b-10; Mt 17,1-9)

 

       «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo» (Mt 17, 5): è l’invito che risuona in questa domenica di Quaresima.

       È un invito a riconoscere che Gesù è il Signore, il Figlio unigenito del Padre inviato per salvarci. È un invito a seguirlo in un ascolto della sua Parola che rinnova interiormente il nostro essere.

       Cristo è la Parola del Padre e il compimento dell’Alleanza di Dio con l’umanità. La Legge, rappresentata da Mosè, ed i Profeti, rappresentati da Elia, sono portati a compimento in Cristo Gesù: «tutte le promesse di Dio in lui sono divenute «sì»» (2Cor 1, 20).

       La nostra vita di credenti è un impegno a vivere nella promessa compiuta da Dio stesso in Cristo, con l’ascolto e l’attuazione della sua Parola in noi.

       Sembra un impegno arduo, impossibile e addirittura incomprensibile, perché siamo abituati a vivere ricurvi nella condizione umana avendo perso il riferimento con la realtà divina, con il “metafisico”.

       Parlare di ascolto di Dio, di sequela, di mettere in pratica la sua Parola, è quasi incomprensibile ed anche assurdo per il pensiero di questo tempo, tutto preso dal presente e dalla realtà, tanto da voler eliminare la morte esorcizzandola o gestendola come “ultimo atto della propria libertà”.

       Viviamo in una cultura così materialistica che pensare che la nostra vita possa in qualche modo essere “trasfigurata” è a dir poco assurdo e ridicolo.

       Eppure questa è la vera condizione del cristiano: essere trasfigurato! Ovviamente non nella modalità raccontata nel brano evangelico di Matteo (Mt 17, 1-9), ma nel senso che incontrare il Cristo e lasciarsi guidare dalla sua Parola trasforma il nostro pensare ed agire, per cui nulla resta come prima.

       Riconoscere Cristo come il Signore della propria vita e decidere di seguirlo, produce un cambiamento radicale del proprio essere.

       San Paolo esprime questo con le seguenti parole: «Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo […] Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3, 7-8.12-14).

       Come arrivare ad essere trasfigurati?

       Innanzitutto è un cammino che dura tutta la vita. È una condizione che “già” ci appartiene per il dono del Battessimo, ma “non ancora” in pienezza, perché questo avverrà alla fine della vita.

       Di conseguenza si raggiunge a piccoli passi e con tante soste e cadute, proprie del nostro essere creature fragili. Si raggiunge nella perseveranza e nell’abbandono filiale alla volontà di Dio, che vuol dire vivere ciò che siamo amando: noi stessi, per quello che siamo; Dio, con tutto quello che siamo; il prossimo, con la stessa passione con cui amiamo noi stessi e siamo amati da Dio.

       L’ascolto e la meditazione della Parola di Dio, la preghiera personale e la preghiera comunitaria, la vita sacramentale sono ciò che trasfigura il nostro essere.

       La Parola di Dio è rivolta a me ed esige da me il cambiamento della vita. Ascoltare la Parola significa farsi mettere in discussione e pertanto occorre una profonda disponibilità di mente, cuore e volontà a lasciarsi “mettere a nudo” da essa. La Parola “giudica” me stesso e non gli altri, cioè fa discernimento sulla mia vita, mette in “crisi” la mia condotta e non quella dell’altro. «Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4, 12)

       La preghiera è apertura del proprio cuore a Dio, dialogo di amore e di fiducia. Nella preghiera educhiamo il cuore ad accogliere la Parola, forgiamo la volontà perché segua Dio e troviamo luce per la mente per comprendere come vivere la Parola.

       La vita sacramentale, in particolare l’Eucaristia e la Riconciliazione, è la fonte a cui attingere per raggiungere la “trasfigurazione” del nostro essere, la piena “conformazione” a Cristo. La vita sacramentale è il sostegno di Dio alla nostra fragilità e incostanza: senza non possiamo vivere la fede!

       Accogliamo l’invito di Dio Padre, sapendo, come dice San Paolo, che «Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia» (2Tm 1,9). Affidiamoci a Dio e apriamoci alla sua grazia, con l’ascolto e la meditazione della Parola, la preghiera e la vita sacramentale.

 

O Dio, nostro Padre,

tu ci inviti ad ascoltare il tuo Figlio,

Parola vivente.

 

Donaci la tua grazia,

perché ci sostenga,

nel nostro impegno quotidiano,

a vivere nella tua volontà.

Modella il nostro cuore,

illumina la nostra mente,

rafforza la nostra volontà,

perché la nostra vita sia “trasfigurata”

ad immagine del tuo Figlio Gesù Cristo.

 

Sostienici con il tuo Spirito d’amore

nel nostro impegno di vita cristiana,

per essere annunciatori e testimoni

del Vangelo nella quotidianità della vita,

per “trasformare” il mondo

con la forza del tuo Amore.

Amen

 

 

Trasfigurazione Beato Angelico

 

Dipinto murale, eseguito tra il 1438 ed il 1440 circa, ad affresco, da Guido di Pietro, noto come Beato Angelico (1395 ca. - 1455)

ubicato nella cella 6 del dormitorio, al primo piano, nel Convento di San Marco, oggi sede del Museo Nazionale di San Marco di Firenze