QUINTA DOMENICA DI PASQUA (ANNO C) - 2022
“Amare nella Verità”
(At 14,21-27 - Sal 144 - Ap 21,1-5 - Gv 13,31-35)
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).
Essere discepolo: questa è l’essenza dell’essere credenti!
Credere significa vivere la sequela di Cristo, della sua persona e del suo insegnamento. Non c’è fede senza sequela; senza la decisione e la piena volontà di camminare selle orme di Cristo.
Essere discepoli significa avere i medesimi sentimenti di Cristo (cfr Fil 2,5), il quale ha condiviso in tutto con noi, eccetto il peccato, e ci insegnato ad amare e ordinato di vivere nell’amore.
La fede non è un “dovere”, ma una continua risposta d’amore a Colui che per primi ci ha amato e ci ha invitato a “fare come Lui”: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34).
Il discepolo vive, opera come il Maestro, Cristo Gesù. Questa modalità richiede non solo impegno di volontà, attenzione e discernimento per comprende il “come di Cristo” e renderlo presente nella propria condizione, ma soprattutto relazione d’amore, di ascolto, di conoscenza del Cristo, per imparare e attuare il “come” nei confronti del prossimo in ogni occasione e circostanza.
Questo non è facile! Non è scontato e attuabile senza impegno, senza un costante lavoro interiore per educare il proprio cuore ad amare sopra ogni cosa, nonostante ogni circostanza, mediante la propria persona e propri limiti e difetti.
“Avere amore gli uni per gli altri” non è semplice e naturale e Cristo lo sa bene, ma lo ha ordinato ugualmente perché “quello che non è possibile agli uomini è possibile a Dio” (cfr Lc 18, 27).
L’amore per il prossimo ed in particolare quello tra coloro che condividono la medesima fede, che amano lo stesso Dio, è un dono della Grazia di Dio, che viene proprio dall’essere discepolo!
Quando manca l’amore tra i credenti; quando si giudica l’altro; quando si esclude l’altro; quando si emargina, quando si ghettizza, quando si sparla; quando di chiude un rapporto in nome addirittura della fede, non si vive da discepoli di Cristo.
La testimonianza, l’evangelizzazione, la catechesi, la formazione ed ogni altra forma di trasmissione della fede e servizio in nome della fede, se non si vive l’amore reciproco, sincero e vero, senza compromessi né interessi, è inefficace e non dà frutto secondo la Grazia.
«Amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34).
Non si tratta di un amore di circostanza, ma accoglienza e accompagnamento dell’altro. Gesù ci invita ad amarci reciprocamente come fratelli, nella modalità che Lui ha vissuto: si tratta di amare nella verità!
Amare nella verità significa non solo che l’amore vero è servizio alla Verità di Dio e che essa illumina il modo di amare da parte nostra, ma che non si ama veramente senza la Verità, cioè senza che ognuno si impegni a comprenderla e scegliere secondo Essa.
Amarci reciprocamente nella Verità di Dio comporta che mai le scelte e gli errori sono più importanti della persona, ma che essa va amata, rispettata, educata e sostenuta perché ami e si senta amata da Dio e dal prossimo.
Quanto bisogno d’amore abbiamo! Quanta necessità di amare e riconoscersi amati abbiamo per affrontare con gioia la vita di ogni giorno.
Nonostante questa sete d’amore, questo bisogno forte d’amore, costatiamo attorno a noi, dentro di noi sentimenti contrari all’Amore e alla Verità di Dio.
I cristiani sono divisi, non solo per differenze di culto e teologiche, ma anche nella medesima confessione di fede la divisione è presente e semina morte. Si condivide il culto, la partecipazione all’Eucaristia nella divisione, nel pregiudizio, nella esclusione e separazione. Il mormorare, il giudicare, l’escludere sono giustificati e non debellati, presumendo di amare Dio, di servirlo, di onorarlo con culti e celebrazioni in cui ci si mostra devoti, pii, pieni di zelo per il Signore e la sua casa.
Amare in Verità significa impegnarsi a operare su sé stessi per rimuovere la “trave” dal proprio occhio, dalla propria coscienza, prima di avvicinarsi al prossimo.
Amare in Verità per costruire relazioni di vera reciprocità in cui edificarsi nel Bene comune, sostenendosi, accogliendosi e impegnandosi insieme per edificare il Regno di Dio, la vera fraternità dei figli di Dio, come il Figlio ci ha insegnato.
Amare in Verità è attenzione all’altro perché possa incontrare l’Amore di Dio mediante la nostra persona; pertanto, è attenzione a sé stessi perché nulla ostacoli questa trasmissione d’Amore.
“Signore Gesù, nostro Maestro,
accogli la nostra umile invocazione,
nella consapevolezza che non riusciamo
ad amare “come” Tu ci ami.
Donaci il tuo Spirito,
perché ci renda docili, umili,
capaci di saper amare in Verità,
accogliendo il prossimo in nome Tuo,
senza giudizio, nella umiltà e Verità.
Senza di Te, senza la tua Grazia,
non siamo capaci di Amare,
tutto roviniamo con il nostro egoismo,
interesse e tornaconto;
con la vanagloria e il bisogno di sentirsi
apprezzati e valorizzati,
dimenticando che solo in Te
dobbiamo trovare vanto e valore.
Donaci il tuo Spirito d’Amore,
per amare come Te,
servire come Tu hai servito,
vivere nella Tua pace
e rispettarci e accoglierci
come fratelli e figli del Padre Tuo. Amen!”