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La Luce Negli Occhi

Viaggio nell'anima attraverso la Sacra Scrittura
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QUARTA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 2022

“Nell’oggi di Dio, profeti per l’oggi”


 

(Ger 1,4-5.17-19 - Sal 70 - 1Cor 12,31-13,13 - Lc 4,21-30)

 

           «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,21).

           La fede è vissuta nel tempo storico ed è l’oggi di Dio della salvezza che si compie per ciascuna persona.

           Nell’oggi di Dio il credente è chiamato ad accogliere la proposta di Dio, la sua Parola, il suo Amore e a testimoniarlo nel presente.

           L’oggi di Dio si manifesta nell’oggi di ogni battezzato, chiamato ad essere “profeta per l’oggi”.

       Come il profeta Geremia e Gesù stesso, il credente trova difficoltà nell’annuncio, nella testimonianza della fede. Osteggiati, derisi, scacciati, giudicati perché conosciuti, appartenenti alla stessa comunità, ma di certo perché è la Parola stessa di Dio che genera divisione e scandalo per chi la rifiuta e non la riconosce per quello che è.

         I profeti, nell’oggi della storia dell’umanità, non sono accolti e osannati, perché la Parola che annunciano scuote le coscienze, destabilizza gli equilibri umani e distrugge le logiche ambiziose ed egoistiche umane.

       Essere profeti per l’oggi, irrinunciabile impegno di fede, comporta l’ascolto autentico della Parola di Dio, lasciandosi rinnovare e sconvolgere da essa, seguendo la “via sublime della carità” (cfr 1Cor 12, 31).

         La carità è indicata da San Paolo come una via, un cammino da percorrere che conduce alla vita piena in Dio. La carità è un modo di essere e di pensare, che indirizza l’agire ad accogliere, curare, amare, perdonare.

          Senza la carità nulla è secondo Dio e nell’oggi di Dio, perché non sarebbe che una delle tante personali manifestazioni del proprio ego. La carità rende ogni gesto presenza di Dio per l’altro, liberandolo dall’ego personale di colui che lo ha compiuto.

        La carità è la via maestra per vivere la fede e rendere concreta la speranza. Nella carità ciò che si crede e spera si rende visibile e tangibile nelle azioni che si compiono, perché vissute in umiltà e in obbedienza alla volontà di Dio.

        Essere profeti nell’oggi della storia e rendere presente l’oggi di Dio per coloro che incontriamo nel nostro cammino significa, dunque, lasciarsi abitare dall’Amore di Dio, modellare da esso, operando, così, nella carità, senza pregiudizi, chiusure e vanagloria.

         Come la folla restò meravigliata nel sentire Gesù, presumendo di conoscerlo perché “figlio di Giuseppe”, così tante volte si pone ostacolo alla grazia di Dio, chiudendo il cuore a causa di pregiudizi, precomprensioni, maldicenze, senso di superiorità.

         L’ostacolo all’oggi di Dio è e sarà sempre il cuore dell’uomo che spesso respinge la salvezza di Dio, non lasciandosi incontrare e cambiare nel profondo.

        Lo sdegno di coloro che erano nella sinagoga è il medesimo sdegno che tante volte si assiste nelle comunità, nella Chiesa, quando in nome di una tradizione, di un modo di agire consolidato da tempo (esplicitato con espressioni del tipo: “abbiamo fatto sempre così”, “sono millenni che le cose sono così”), non ci accorgiamo di chiuderci all’azione dello Spirito, che vuole condurci a una maggiore e proficua comprensione dell’oggi di Dio.

       Nella presunzione di fede, di essere nel giusto, di camminare secondo Dio, possiamo correre il rischio di perdere quello che crediamo di avere e vivere: la fede!

       Senza la docilità del cuore, abitato dalla Carità di Dio, rischiamo che Gesù passi oltre: «Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino» (Lc 4, 30).

       Solo nell’ascolto attento, nella docilità del cuore e nella vera umiltà di chi si riconosce fragile, peccatore, perdonato ed amato da Dio, si vive l’oggi di Dio e si è profeti di Dio nell’oggi della storia!

      

TERZA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 2022

“Essere l’amen a Dio nella storia”


 

(Ne 8,2-4.5-6.8-10 - Sal 18 - 1Cor 12,12-30 - Lc 1,1-4; 4,14-21)

 

         Parlando con gli adolescenti e i giovani è facile sentirsi dire che la Bibbia è un racconto di uomini e nulla di ciò che è scritto è vero, quindi, anche credere in Dio è una cosa inutile.

          È un dato di fatto che la società occidentale non viva la fede, ma una religiosità legata a tradizioni, usi e costumi, e che questa realtà è sicuramente molto più riscontrabile nella nostra Italia che nel resto dell’Europa, sempre più secolarizzata, per cui anche la religiosità è ridotta ai minimi termini.

       In questo contesto sociale l’affermazione di Gesù, «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4, 21), deve interpellare fortemente la coscienza del battezzato; interrogarlo interiormente se e come la Parola di Dio è vita nella sua esistenza.

       Il brano evangelico di Luca ci presenta Gesù nella sinagoga come un maestro: «Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode» (Lc 4, 15). Gesù è più di uno scriba e di un profeta: non solo spiega la Parola, ma l’attualizza, la “compie”, la “rende attuale”.

       Gesù, però, non rende la Parola adatta al tempo, accomodandola secondo le circostanze e le condizioni di vita in quel momento. Egli rende la Parola viva nella sua esistenza, la rende “vita attuale”.

L’espressione “oggi si è compiuta questa Scrittura” è verificabile nella vita di Gesù da quel momento fino alla offerta di sé sulla croce, vivendo nella obbedienza al Padre, in cui ogni cristiano è unito per la fede in Lui.

       Il cristiano è chiamato, per la fede nel Cristo, per la grazia ricevuta nel Battesimo, per lo Spirito Santo ricevuto, a “rendere viva” la Parola nella sua esistenza.

       L’ascolto della Parola deve necessariamente tradursi in vita! L’ascolto deve renderla presente nel “qui ed ora” di ciascun battezzato, senza aggiustamenti, riduzioni o compromessi con la vita del mondo.

       Gesù è il Maestro, il Servo obbediente, il nuovo Adamo, in cui gli Adami di ogni tempo sono “innestati” e “radicati”, come dice San Paolo, per vivere l’obbedienza al Padre nella loro concreta esistenza, rendendo viva, attuale, possibile la Parola nell’oggi, nell’ora.

       Si tratta di vivere l’Amore e la giustizia di Dio nella quotidianità del proprio essere. Partecipare attivamente alla missione del Cristo, quali “figli nel Figlio” e “fratelli tra noi”, in “obbedienza al Padre” nell’ascolto della Parola, agendo con “la forza dello Spirito d’Amore” nell’oggi particolare e personale di ognuno.

       «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»!

       In ogni momento particolare della vita del battezzato deve essere resa “vitale” questa affermazione. Il modo di ragionare, di agire e di parlare deve rendere visibile, tangibile, comprensibile la Parola di Dio.

       Nel “rendere vita attuale” la Parola nella personale vita quotidiana, non bisogna dimenticare che il battezzato è “membro vivo del corpo mistico di Cristo”: «noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo» (1 Cor 12, 13). Perciò l’agire del singolo si ripercuote sull’agire di tutto il Corpo mistico di Cristo, la Chiesa.

       L’agire di ogni battezzato è importante tanto quanto l’agire dell’intera Chiesa. Ogni battezzato ha la responsabilità di lasciarsi “condurre dallo Spirito” e “compiere”, “rendere vita attuale” la Parola ascolta, meditata, celebrata.

       Il battezzato, nel rispondere all’amore di Dio, guidato e sostenuto dallo Spirito, nell’ascolto attivo della Parola e corroborato dalla preghiera diuturna, è chiamato ad essere “l’amen a Dio” nella storia, unito all’obbedienza di Cristo, che è “l’Amen di Dio”.

      

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 2022

“Rinnovati e trasformati dallo Spirito”


 

(Is 62,1-5 - Sal 95 - 1Cor 12,4-11 - Gv 2,1-12)

 

       Dopo aver contemplato l’incarnazione di Cristo, l’Epifania e il Battesimo al Giordano, in questa domenica siamo invitati a riflettere sul primo dei miracoli riportati dall’evangelista Giovanni avvenuto durante il banchetto nuziale a Cana di Galilea.

        Questo episodio apre a tante riflessioni ed è carico di significato ed io voglio soffermarmi a riflettere su due aspetti della vita del credente: la sua condizione di battezzato e l’appartenenza alla comunità ecclesiale.

        Il miracolo a Cana della trasformazione dell’acqua in vino è simbolo della novità della vita nello Spirito donata nel battesimo: la condizione naturale del credente è rinnovata dall’azione dello Spirito. La condizione naturale, simboleggiata dall’acqua, è trasformata per una vita di gioia e di festa dall’azione dello Spirito, simboleggiata dal vino. Il battezzato è inserito nella novità della vita dello Spirito ed è chiamato a rinnovare la sua vita dandone sapore e colore, mediante i doni, i carismi dello Spirito.

       Il battezzato è chiamato a portare questa novità nella realtà in cui vive. Ciò si realizza ad una condizione: l’ascolto del Cristo, come indicato dalla Vergine Madre Maria ai servi («Qualsiasi cosa vi dica, fatela» Gv 2, 5). La condizione del battezzato che vive secondo lo Spirito del Cristo si compie mediante l’ascolto della Parola, la meditazione e la preghiera fiduciosa. L’obbedienza dei servi, accompagnata dallo stupore dopo il miracolo, è propria del credente che vive secondo l’insegnamento di Cristo e impara a leggere nella storia la sua presenza, i doni di amore e i miracoli di redenzione che compie nell’umanità che lo accoglie, in primis in lui riconoscendosi peccatore, amato e redento dal Cristo.

         Inserito in Cristo per il Battesimo, il credente è chiamato alla vita di comunione e condivisione nella comunità dei credenti: la Chiesa.

       La vita nello Spirito donata nel battesimo è necessariamente vita di comunione, di comunità. I carismi sono per l’edificazione comune, afferma San Paolo ai Corinti: «A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune» (1Cor 12, 7).

        La vita del credente, rinnovata dallo Spirito, deve essere tutta orientata all’edificazione e generare vita nuova secondo lo Spirito.

       La Chiesa è e deve essere comunità di persone redente e rinnovate dalla Grazia battesimale, che operano per la comune edificazione e crescita nella fede, senza divisioni e rivalità, giudizi ed esclusioni.

        La comunità dei credenti, la Chiesa, è generata dal sacrificio di Cristo, dall’ “ora” compiuta dal Cristo sulla croce in obbedienza alla volontà redentrice del Padre, pertanto, essa vive nella comunione con Dio se vive la sua “ora” di accoglienza, servizio, annuncio, verso ogni persona e tra battezzati, “ad extra” e “ad intra”.

       La vita del battezzato e, di conseguenza, di tutta la comunità dei credenti, della Chiesa nella diversità di carismi e ministeri, deve generare “unità”, deve “edificare”, deve favorire ed educare alla “piena comunione con Dio e il prossimo, i fratelli”.

       Il culto non è più esteriore, fatto di purificazioni rituali, ma interiore e di rigenerazione nello Spirito. L’acqua delle giare per la purificazione, secondo la ritualità giudaica, i “mitzvot” della Legge, sono trasformati dal Cristo in “vita nuova”, in un sacrificio interiore di comunione e di vita nell’Amore redentrice e misericordioso di Dio.

     L’Eucaristia è tante volte vissuta nella visione di un sacrificio di purificazione e non di comunione e di novità di vita. La celebrazione eucaristica è ridotta ad una ritualità sterile di un sacrificio esteriore donato a Dio per ricevere favori.

       L’Eucaristia è comunione con Cristo, offerta di sé stessi uniti al Cristo, che genera una vita di attenzione, accoglienza, comunione e servizio.

       Rinnovati e rigenerati dal Cristo per una vita di comunione e di amore, senza giudizio e condanna, ma ascolto ed accoglienza, servizio per l’edificazione comune.

       Riscopriamo il dono della vita nuova in Cristo perché ogni giorno si compia nella nostra vita il miracolo di Cana, rinnovandoci nello Spirito per una vita di comunione, di attenzione e servizio, senza porre ostacoli all’azione dello Spirito in noi, mettendo a frutto i doni e i carismi ricevuti, affinché tutti possano esserne edificati.

      


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