Prima Domenica di Avvento – Anno B - 2020
“Vigilare per conservarsi nell’Amore”
(Is 63,16-17.19; 64,2-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37)
Iniziamo un nuovo anno liturgico all’insegna della speranza o della routine? Iniziamo il tempo della preparazione alla Solennità del Natale per abitudine o con rinnovato e approfondito spirito di “vigilanza”?
Credo siano domande che ognuno deve porsi per non svuotare di senso e valore il cammino di fede e le festività a cui ci si prepara con l’Avvento.
Se ci guardiamo attorno non possiamo che constatare come il Natale è stato trasformato in una “atmosfera magica”, in un “tempo in cui sentirsi buoni”, in “occasione per ricordarsi dei familiari con i regali”. Tutto ormai del Natale è carico di “buonismo” e di “consumismo”.
Il Natale, ormai, è tutto tranne il memoriale dell’Incarnazione!
L’Avvento, di conseguenza, è un tempo di preparazione alla festa del perbenismo e del consumo, ma non un tempo di riflessione per ridare spazio al Signore e dargli il primato nella nostra esistenza.
La parola chiave di questa prima domenica, “Vegliate”, è quanto mai urgente e necessaria.
La “vigilanza” è la condizione del credente che vive l’oggi in continua tensione verso l’eterno.
Nel contesto del tempo presente, la “vigilanza” deve essere recuperata nel suo significato teologico e morale.
Il credente vive l’attesa dell’incontro con il Cristo in un atteggiamento di vigilanza, cioè pronto, desto, attento, prudente, sveglio spiritualmente.
La vigilanza è propria di colui che “attende” il ritorno glorioso del Cristo per essere partecipe della Salvezza. Nello stesso tempo la vigilanza è attenzione a vivere e attuare il bene, per essere degni dell’incontro con il Cristo.
Il brano evangelico sottolinea un particolare, a mio avviso, importante: «[…] dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito […]» (Mc 13, 34). Il Signore ci ha posti nella condizione di pieno potere, ognuno con il proprio compito. Siamo chiamati alla piena responsabilità per fare della vita una continua occasione di costruzione del Regno di Dio: questa è l’essenza del cammino di fede!
Il tempo presente è la continua opportunità per vivere da figli di Dio e per costruire il suo Regno. Alla fine della nostra esistenza, nel momento dell’incontro con il Signore, ci verrà chiesto come abbiamo impiegato il tempo e la responsabilità affidata.
La vigilanza, a cui il Signore ci invita, è il costante discernimento nel non perdere le occasioni e le opportunità per fare il bene e per collaborare con gli altri a realizzarlo.
L’invito che riceviamo continuamente dal Signore, ribadito nel brano evangelico, è quello di “restare svegli”: «[…] fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati» (Mt 13, 36).
Stare svegli! Quanto bisogno abbiamo oggi di “restare svegli”, di non “fare addormentare” la nostra coscienza, di “vigilare” per non assecondare il male, le errate valutazioni delle cose e delle circostanze, per non ritrovarsi con un “coscienza” addormentata, incapace di conoscere e valutare, di ricercare e aderire al bene.
Oggi assistiamo ad un appiattimento e annichilimento delle coscienze, causato dal costante propinare bisogni e attese effimeri, materiali, passeggeri.
Sempre più presi dalla difesa della propria libertà e scelta di valutazione, si perdono i valori oggettivi e universali per riportare tutto alla sfera individuale e necessità personali.
Occorre lottare per non perdere la propria libertà, assoggettandola al potere dell’effimero e del materialismo, conservandola scevra da ogni riduzione, riconoscendo il proprio valore non per ciò che si possiede, bensì per ciò che si è!
Vigilare significa, dunque, non cadere nella schiavitù dei bisogni materiali e nell’egoismo esasperato.
Vigilare è impegno a conservarsi nella vera libertà dei figli di Dio, riconoscendo ciò si è perché amati e chiamati a operare affinché nessuno perda la propria dignità di figli, di creature capaci di fare il bene.
L’Avvento è il tempo liturgico di preparazione al Natale, ma di fatto è l’atteggiamento costitutivo del credente, sempre teso verso il Signore, pronto a dare ragione della speranza che è in sé e che guida ogni decisione e gesto.
L’Avvento e la vigilanza sono il segno dell’appartenenza a Cristo, che permettono di ricevere e vivere nella sua Grazia.
Viviamo con rinnovato spirito di vigilanza questo tempo di grazia per mettere ordine ai valori su cui costruiamo la nostra vita.
Chiediamo con fede i doni della Grazia, perché possiamo crescere nel dono “della parola” e “della conoscenza” (cfr. 1Cor 1, 5), per essere veri testimoni del Cristo, incarnato, morto e risorto per amore dell’umanità.
“Signore Gesù,
iniziamo un nuovo anno liturgico,
con il tempo dell’Avvento.
Fa’ che sia un tempo di grazia,
un rinnovato impegno a cercare Te,
ad incontrarti nella tua Parola,
a conoscere e attuare la Volontà del Padre,
seguendo Te, nella via della spogliazione,
dell’abbassamento.
Donaci il tuo Spirito,
che ci insegni a ricercare solo ciò che edifica,
a non chiuderci nell’egoismo,
a vivere nella vera libertà,
non del fare ma dell’essere.
Rendici testimoni gioiosi e veri del tuo Amore,
capaci di anteporre Te a tutto;
di impegnarci a fare della nostra vita un dono
per gli altri, una ricerca costante di quello che edifica,
senza mai montare in superbia,
ma conservandoci nella umiltà del cuore,
riconoscendo che tutto è dono Tuo
e tutto a Te deve tornare.
Amen!”