XXIX DOMENICA T.O.
“Parola e preghiera: vie per amare Dio”
Credere in Dio comporta avere una relazione diuturna e profonda con Lui.
Due sono le componenti fondamentali di questa relazione: la Parola di Dio e la Preghiera personale e comunitaria.
La Preghiera è l’espressione della nostra risposta all’Amore di Dio incontrato ed accolto.
Come in ogni relazione di amore sentiamo la necessità di interagire con la persona amata, così nella relazione di fede con Dio non possiamo esimerci dall’interagire attraverso la preghiera.
La preghiera è il dialogo profondo con Dio, in cui parliamo “cuore a cuore”; è il dialogo amoroso di chi riconosce di essere stato amato per primo, senza merito, e risponde con la piena disponibilità del cuore e con un continuo e rinnovato impegno di fedeltà.
La preghiera è ascolto, comprensione, adesione, risposta; non può essere, quindi, un semplice sciorinare parole, anche se cariche di profonda e autentica devozione, altrimenti resterebbe una preghiera sterile, forse appagante per il nostro spirito, ma senza frutto per la nostra vita di fede.
Gesù, nel brano evangelico di Luca (18, 1-8), ci invita ad una preghiera continua, senza stancarci mai. Vuol dire fare di ogni momento della nostra giornata una preghiera, cioè fare tutto come offerta d’amore a Dio e di ogni cosa una testimonianza della nostra fede.
Una vita di fede, però, fatta solo di momenti di preghiera, anche liturgici, ma senza ascolto e meditazione della Parola di Dio, non produrrà in noi frutti di conversione e di santificazione; sarà solo espressione di una devozione personale, di una religiosità sterile.
Nel cammino di fede ci ritroviamo ogni giorno a fare i conti con la nostra fragilità, con i nostri difetti e limiti, con i cattivi pensieri e le passioni ingannatrici.
La preghiera diventa il luogo dove fare i conti con la nostra realtà debole e fragile per aprirci alla Grazia di Dio.
Ci dispone a ricevere il sostegno della Grazia e ci rende docili all’azione dello Spirito, perché senza il suo aiuto non riusciremmo a cambiare nulla di noi stessi.
Per aprirci pienamente all’azione di Dio e prendere coscienza del cammino di conversione da compiere, abbiamo, però, bisogno dell’incontro quotidiano con la Parola di Dio, che ci fa superare le nostre fragilità, ci conforta, ci redime, ci aiuta a sentire vivo il perdono di Dio e ci “santifica”.
L’ascolto, lo studio e la meditazione della Parola di Dio è indispensabile per la vita del cristiano, perché rende solida e salda la fede che si professa.
La meditazione della Parola di Dio ci permette di perseverare nella fede, perché è la fonte necessaria ed inesauribile della conoscenza di Dio. La vera sapienza si acquista solo dal continuo e approfondito incontro con la parola viva. Essa è la via per giungere alla salvezza, proprio perché è la fonte della vera sapienza, ed è unione costitutiva con il Cristo.
San Paolo esorta il discepolo Timoteo e noi a restare saldi nella fede, mediante la conoscenza delle sacre Scritture, che istruiscono “per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Gesù Cristo” (2Tm 3, 15).
Questa esortazione è quanto mai attuale, soprattutto nel nostro contesto culturale. Si assiste ad una perdita di riferimenti chiari per la fede; si alzano da ogni dove lamentele verso la Chiesa e denunce di smarrimento e confusione nei credenti.
Addirittura, sebbene si condanna il terrorismo di matrice religiosa islamica, si apprezza e si decanta una maggiore conoscenza e coerenza di fede dei mussulmani rispetto ai cristiani.
Di fatto quello che manca ai cristiani è la conoscenza della Parola di Dio. Una carenza che produce smarrimento, devianza, perdita di fede. Una ignoranza che fa accettare stili di vita, comportamenti e ideali contrari alla fede.
Oggi occorre che i cristiani siano preparati, esperti conoscitori della “verità”, perché il sentire comune non ha niente più a che fare con la fede.
La nostra società ha bisogno di cristiani che conoscano la Parola, che sappiano discernere ciò che è bene e che diano testimonianza di una vita conforme al Vangelo.
Oggi si ha bisogno di fedeli che preghino con parole e gesti; che le parole dette nella preghiera trovino concretezza nello stile di vita vissuto.
La nostra vita di fede deve alimentarsi quotidianamente della Parola di Dio, per essere testimoni della “verità”, e corroborarsi con la preghiera costante, per “santificarci” e trovare forza e grazia per la testimonianza di fede.